di Angela Milella
Riteniamo opportuno e di vitale importanza chiarire, prima di ogni cosa, il perché della scelta di dedicare a questo autore l’associazione e di conseguenza dell’ aver preferito, dinanzi alle tante possibilità che ci si presentavano, il nome Simploché.
A tale riguardo, ci pare necessario sottolineare come l’impianto generico dello statuto sia l’immediata conseguenza di queste decisioni: esso punta alla costruzione di un laboratorio di riflessione e di iniziativa culturale, un cantiere aperto, un luogo di convergenza in cui individuare e confrontare punti di vista critici, creativi, pertanto, potrà essere definito solo in progress attraverso un lavoro dinamico.
Da principio l’incontro con Guido Morselli si è rivelato la condivisione di un sogno, una tensione conoscitiva volta a esperire, per gioco, per Divertimento, da ludens, le infinite possibilità offerte a ciascuno di noi percorrendo i sentieri della realtà, della vita.
La sfida è consistita nel tradurle in segni, in parole, per cogliere ciò che è difficile comprendere, per interrogarle e afferrarne la logica segreta, l’enigma e, come maghi, taumaturghi, veggenti, svelare mondi sconosciuti, che neanche noi sappiamo.
Ma, a far scaturire l’idea di intitolare l’associazione a questo autore è stata l’importanza che egli attribuisce alla curiosità.
Incolta, sostiene, non è la persona «priva di cultura, ma la persona che, qualunque sia il suo corredo culturale, non sente il bisogno di estenderlo», mentre colto si può definire, a suo avviso, «anche chi lo sia solo potenzialmente, in quanto cioè è «curioso» .
Quindi, le attività dell’associazione intendono rivolgersi soprattutto ai curiosi, ai cosiddetti “dilettanti”, a coloro che osano lanciare lo sguardo oltre le barriere che separano i vari campi del sapere, dietro le quali lo specialista filisteo e borioso tenta di escludere gli altri «dal sicuro recinto di cui si è proclamato re e pontefice» servendosi di tecnicismi vari.
Anche noi come Morselli siamo convinti che «Una disciplina qualunque essa sia ha un valore in quanto sono importanti i problemi che essa si pone: ma i problemi importanti son quelli che interessano non una cechia ristretta di addottrinati, bensì l’umanità ossia l’uomo, ogni uomo» e «ciò che lo interessa realmente, profondamente, ciascuno lo sente e lo capisce» .
Ogni campo dell’attività intellettuale, quindi, «è dominio comune dell’universalità degli spiriti o (più semplicemente) della generalità degli uomini colti» . In connessione con ciò, l’associazione si propone di accogliere «con animo amicale gli ospiti che si affacciano all’ingresso del tempio» e anzi di uscire il più spesso possibile a propagare, divulgare i saperi.
Ciò significa che ridurrà al minimo il tecnicismo, «quello che meriterebbe d’esser detto in tanti casi linguaggio volutamente esoterico; chè a una funzione terminologica esso molto spesso si riduce, e per nulla affatto scientificamente indispensabile» , e che proporrà una cultura che sia «conoscenza fertile di nuovi rapporti spirituali e umani» .
Assai importante è altresì spiegare da che cosa deriva il nome dell’associazione.
Parola portante del pensiero e della poetica morselliana, simploché deriva dal termine greco σνμπλοκή e indica intrecciamento, complicazione, collegamento, ma anche lotta e più genericamente combinazione.
Essa ci è sembrata la più indicata per definire l’opera articolata e plurale, di individuazione e confronto di punti di vista critici che l’associazione intende compiere in relazione alla realtà presente.
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